WARRANT Steven Sweet, LOUDER HARDER FASTER

Patrizia Marinelli 25 giu 2019
La rinascita dei Warrant passa per Louder Harder Faster, che alcuni critici statunitensi hanno già definito una “pietra miliare” nella storia della “multiplatinata” hard rock band. L'album, infatti, che esce a distanza di sei anni dal fortunato Rockaholic, non soltanto non delude, ma rilancia la formazione del compianto Jani Lane (scomparso l'11 agosto 2011), con un rock duro ma ben calibrato, tanta energia e vitalità da sprecare.

Il ritmo incalzante dei brani e la solidissima base ritmica del cd si devono ovviamente al batterista Steven Sweet (vero nome Steven Chamberlin, nato il 29 ottobre 1965 a Wadsworth, Ohio, USA) che, insieme a Joey Allen (chitarra e backing vocals), Erik Turner (chitarra e backing vocals), Jerry Dixon (basso), e Robert Mason (lead vocals), riesce a dare una prova di maturità artistica molto convincente. Una maturità conquistata sul campo per il batterista, che ha condiviso l'adolescenza con il compagno Jani Lane, con il quale ancor prima dei Warrant aveva fondato i Plain Jane.

A soddisfare pienamente in questo disco è anche la performance vocale di Robert Mason (ex Lynch Mob), impegnato nella dura missione di sostituire il leggendario Jani. Con Louder Harder Faster, ...
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info intervista

WARRANT
STEVEN SWEET
LOUDER HARDER FASTER
insomma, la formazione americana ha ritrovato sé stessa, tra hard rock ed influenze anni '70. Con Steven Sweet abbiamo discusso del nuovo album, ma anche dei tempi di Dirty Rotten Filthy Stinky Rich (1989) e di Cherry Pie (1990), ovvero dei dischi con i quali i Warrant conquistarono la grande fama, e del come da allora la voglia di fare rock per Steven Sweet e compagni è rimasta sempre la stessa...

WARRANT lineup
Erik Turner (chitarra) – Joey Allen (chitarra) – Steven Sweet (batteria) – Jerry Dixon (basso) – Robert Mason (voce)

L'album Louder Harder Faster arriva a sette anni di distanza da Rockaholic, un disco che ha ottenuto grandi consensi. Stavolta siete partiti dall'idea di cercare di ripetere un simile successo, o invece siete andati piuttosto alla ricerca di un cambiamento?
Sicuramente quello che volevamo fare era un album che risultasse coeso a Rockaholic, dal momento che quello è stato il primo lavoro che abbiamo pubblicato con Robert nella band. Detto ciò volevamo anche qualcosa che portasse con sé reminiscenze dei nostri dischi del passato, e credo che alla fine il risultato sia una piacevole combinazione delle due cose. Io lo chiamerei un ibrido tra Rockhaolic e Dog Eat Dog, con un po' di gusto anni '70 a fare capolino.

Louder Harder Faster rientra nei canoni del tradizionale album rock, soprattutto per una band come i Warrant. Quali sono però gli elementi di novità?
Come ho già detto prima, il gruppo di brani contenuto nel nuovo lavoro, sia dal punto di vista della produzione, sia da quello della struttura musicale, ha qualcosa di più in comune con il vecchio feeling hard rock dei 70ies. Questa non è una cosa che abbiamo programmato a tavolino, ma piuttosto un elemento che si è sviluppato naturalmente durante l'intero processo di composizione e registrazione. Se lo ascolti bene ti apparirà sempre più evidente il fatto che in fondo siamo un gruppo di musicisti che provengono proprio da quell'epoca, essendo stati bambini durante gli anni '70.

A parte il cantante, Louder Harder Faster è stato realizzato dai membri originali dei Warrant. Com’è stato lavorare di nuovo tutti insieme in studio dopo così tanti anni?
Dopo 30 anni di cameratismo musicale passati a suonare e a crescere insieme, l'intera realizzazione dell'album è stata essenzialmente un aiutarci l'un l'altro per portare il nostro meglio all'interno del progetto. Personalmente ogni volta che mi sono trovato a lavorare ad un disco dei Warrant ho sempre cercato di convertire e catturare la crescita e l'esperienza fatta nel tempo, non solo come musicista, ma anche come essere umano. Con LHF sento di aver portato a termine questa missione.

Il nuovo cantante Robert Mason sembra essersi perfettamente adeguato alle esigenze della band, ma naturalmente non deve essere stato facile per lui prendere il posto di un frontman dalla grande personalità come Jani Lane. Hai dato a Robert qualche consiglio in merito?
Robert Mason è un cantante, compositore e frontman di livello mondiale. In qualche modo siamo “cresciuti” insieme, provenendo dalla stessa epoca musicale e ci siamo incontrati agli esordi delle nostre rispettive carriere professionali. È come se istintivamente lui avesse saputo fin dall'inizio che un giorno sarebbe stato un membro dei Warrant. Certo, non è stato un compito semplice conquistare i die hard fans di Jani Lane/Warrant, alcuni dei quali non accetteranno mai il fatto che Robert Mason sia parte della band. A parte ciò, Robert ha fatto un lavoro fantastico, interpretando il materiale classico dei Warrant a modo suo.

Quali sono le caratteristiche che nel 2008 vi hanno portato a scegliere Robert Mason in sostituzione di Jaime S.James?
Jaime è un tipo fantastico, ma aveva bisogno di ritornare alle sue radici. Ci siamo divertiti a lavorare insieme per un po', ma era giunto il momento di separarci. Avevamo bisogno di qualcuno che fosse idoneo per il compito che gli dovevamo assegnare, e che fosse anche la persona giusta per noi quattro, quindi Robert è stata una scelta naturale. Come ho già detto è un amico della band da tanto tempo e per coincidenza era disponibile proprio nel periodo in cui ne avevamo bisogno. Mason è un professionista esperto, un cantante incredibilmente dotato, e ci ha ispirati tutti a guardare avanti.

C’è stato un brano di LHF più difficile da incidere? Perché?
Io di difficoltà nel corso della registrazione ne ho incontrate proprio poche, e ti dirò perché: dopo aver esercitato un drumming aggressivo per ben 35 anni, in particolare durante gli ultimi sette, ho subìto una serie di lesioni derivate dal mio lavoro, per le quali sono dovuto ricorrere ad interventi chirurgici ad una spalla, ad un polso, ed ho dovuto risolvere alcuni problemi alla spina dorsale. L'ultimo intervento è stato quello alla spalla, ed ha seguito immediatamente le registrazioni di LHF, quindi mentre stavo registrando dovevo vedermela con i problemi che mi davano entrambe le spalle e certo non era la situazione ideale per concludere i lavori su un intero album. Nonostante ciò sono riuscito a offrire al mio pubblico una performance che è andata ben oltre le mie più critiche aspettative. Al momento sono a 4 mesi dall'operazione e mi sento più forte che mai.

Come si è svolto il processo creativo che ha portato alla pubblicazione di LHF?
Una volta che ci hanno detto che avevamo un impegno per realizzare un nuovo album, tutti eccetto me (per giustizia è bene che lo dica), hanno cominciato a buttare giù una serie di idee, dei germogli per nuove canzoni. Alcune di queste idee erano complete, altre erano in forma di riff o semplicemente delle parole che dovevano essere sviluppate grazie ad altre ispirazioni. Alla fine quelli di noi che hanno uno studio casalingo o l'accesso ad uno studio, hanno preparato dei demo a partire da quegli spunti, che strada facendo abbiamo esplorato tutti insieme soprattutto nel corso dei sound check. C'è stato un sacco di avanti e indietro sul materiale prima che concludessimo il lavoro, e il risultato finale è merito di uno sforzo corale.

Come te la sei cavata con la trascrizione delle tue parti di batteria per i brani dell'album?
Anzitutto devo dire che il mio principale interesse era quello di suonare il più possibile in ogni pezzo. Mi spiego meglio: sebbene io adori i batteristi progressive tipo Neil Peart, o batteristi fusion come Rod Morgenstein e Steve Smith, non ho mai voluto suonare sopra ad una canzone. Suonare la musica dei Warrant ti dà davvero il meglio di entrambi i mondi. Per me significa potermi scatenare con il groove insieme al basso di Jerry Dixon, e avere anche alcuni preziosi momenti durante i quali eseguire qualche ritmo nel modo in cui mi è più congeniale. Io sono un appassionato di ciò che si potrebbe definire “melodic drumming”. Aggiungere una sferzata di swing musicale, mentre mantengo un buon groove di base è il mio obbiettivo.

Quanto è cambiato il tuo drumming per Rockaholic rispetto alle vostre produzioni precedenti?
Faccio riferimento alla mia amata moglie Beth la quale dice: “adesso tu suoni con un sacco di Pizzazz in più!”. Mi piace pensare di essere diventato il tipo di batterista che ammiravo quando ero un ragazzino: solido, con un gran gusto, capace sempre di sorprendere ed ispirare, ma anche di evolversi. Da musicista ormai maturo ho la più grande moderazione ma anche la più grande sicurezza nel mettere le parti giuste al posto giusto (sorride).

Com’è stato lavorare con il produttore Jeff Pilson e come mai vi siete ritrovati in studio con lui?
Jeff ha un talento musicale fenomenale! I suoi input come produttore sono stati assolutamente ispirati e hanno ispirato anche noi. Abbiamo goduto del lusso di registrare nel suo home studio che è pieno zeppo di strumentazione d’annata, che ci ha aiutato a diventare più sperimentali dal punto di vista dell'incisione.

Che tipo di setup hai utilizzato per LHF?
Pearl Reference series: Tom da 10”, 12”, 13”, 16”, Cassa da 22” con Pedale Eliminator Double; Pearl Eric Singer Signature Snare da14”x6,5”. Per quanto riguarda i piatti invece ho usato Sabian: 13” AA Medium Hi-Hats, 10” AA Splash, 18” O-Zone Crash, 18” Xplosion Crash, 18” AA Medium Crash, 19” AAX Crash, 19” AA Holy China, 21” Ed Shaughnessy Signature Ride. Per le pelli invece ho scelto delle Remo Coated Emperor su tutti i tamburi, Remo Pinstripe cassa, Remo Emperor X sul rullante. Bacchette Ahead 2B, per me Ahead è un must!

Dal 2000 i Warrant hanno apportato dei piccoli cambiamenti al loro stile ed hanno guadagnato una sempre crescente reputazione. Credi che ciò dipenda dalla musica o dalla longevità del gruppo?
Io dico sempre che la perseveranza è la chiave del successo. Nel nostro caso ci siamo sforzati per continuare a fare ciò che amavamo di più e alla fine credo siamo riusciti a dimostrare qualcosa in questo senso. Siamo stati abbastanza fortunati da avere una nutrita fan base che ama la musica che i Warrant hanno fatto in passato, e che continua a seguirci e a dimostrarci amore venendo a vederci ai nostri live shows, oppure comprando i nostri dischi. Così potrei dire che si tratta di tutti questi elementi messi insieme.

Qual è il brano del nuovo cd che preferisci?
Amo la storia e il vibrante sentimento rock di Only Broken Heart, ma mi piace anche la cruda onestà di una delle ballads del disco, U in My Life. È stato bellissimo suonare su questo album perché tra le 12, 13 tracce della tracklist c'è una grande varietà di atmosfere. Stop the World è un pezzo molto diretto con influenze quasi punk e con dentro degli spunti di batteria molto divertenti. Parla delle idee che ti vengono quando ne hai abbastanza delle lotte della vita quotidiana. È un argomento al quale la maggior parte delle persone può relazionarsi, il fatto che ad un certo punto non ce la fai più ad affrontare tutte le cose: “Stop the world, I wanna get off/ I'm sick and tired of playin' nice and I'm pissed off!” Spassoso, ma anche decisamente rabbioso!

Quanto è importante la sezione ritmica dei Warrant per questo nuovo cd?
È sempre stata lo zoccolo duro della nostra musica. Sono onorato di avere Jerry Dixon come compagno in questo ruolo nella band. Jerry è un bassista estremamente solido, che mi rende molto facile tenere il giusto groove. Molte volte è lui a venirsene fuori con delle linee o dei riffs di basso davvero dinamici e di buon gusto, che mi danno molta ispirazione per il mio drumming. Insieme lavoriamo tantissimo sui dettagli quando prepariamo i nostri album, così le fondamenta su cui è basato ogni brano sono le più forti possibili.

Da teenager quali erano i tuoi batteristi preferiti?
Come ho accennato prima, ero, e sono ancora, un grande fan di Neil Peart. Il primo album live dei Rush è stata la mia guida quando avevo 12 anni e suonavo nella mia cameretta. Amavo molto anche Simon Phillips con Jeff Beck e Rod Morgenstein con The Dixie Dregs.

Dopo un periodo di crisi la scena hard rock statunitense sembra aver ritrovato un certo vigore. Sei d'accordo?
Sono felice di dire di sì. La scena hard rock è viva e sta bene. Certo, magari, per scoprire le cose migliori adesso devi guardare un po' più lontano, magari affidandoti a qualche radio online, oppure ai canali YouTube, ma roba buona lì fuori ce n'è molta. Onestamente non sono molto informato sui nuovi batteristi perché sono sempre troppo impegnato con i miei doveri di padre di un bambino di 3 anni e con i weekend in tour con i Warrant.

I Warrant sono noti per i loro estenuanti, lunghissimi tour...
Stare on the road è cambiato molto da quando circa 30 anni fa abbiamo cominciato a proporre la nostra musica dal vivo. Oggigiorno è tutto più rilassato che mai, anche perché la maggior parte delle nostre date vengono prenotate nei weekend, ed inoltre in tutti i posti dove ci esibiamo ci arriviamo con l'aereo e non più guidando un bus. Questo tipo di programmazione ci rende più liberi di fare anche altre cose, e ci concede di trascorrere molto più tempo a casa durante la settimana. È davvero lo scenario perfetto!

A proposito, state pianificando un world tour per promuovere LHF?
Dipende da quanto il pubblico ci richiederà. Noi suoniamo dove la gente ci vuole e anche dove andare non comporti una perdita di denaro, e questo purtroppo significa che non puoi sempre suonare in tutti i posti dove ti piacerebbe, come ad esempio al di fuori degli Stati Uniti. La speranza è che avendo questo nuovo album sugli scaffali la domanda sia maggiore, e possa portarci anche in quegli angoli del mondo dove generalmente non riusciamo ad andare.

Sappiamo che di tanto in tanto ti piace anche fare qualcosa insieme a tuo fratello David, anche lui musicista. Per caso hai in programma un progetto da solo o con lui?
No, non c'è nessun progetto solista immediato, ma devo dire però che mi piace molto cantare, e tempo indietro ho registrato anche alcune cose da solo, più che altro con degli arrangiamenti acapella o in uno stile r'n'b e soul, così... chi lo può dire con certezza?

Ti ritieni un collezionista di batterie?
Colleziono moltissime cose (figurine di Star Wars ad esempio) ma i drumkit non sono una di queste. Il fatto è che non ho abbastanza spazio per poter tenere in casa tanta strumentazione extra a portata di mano. Comunque al momento ho tre kit: un bellissimo Pearl Reference, il Red Pearl Masters Maple che ho suonato dal vivo l'anno scorso, e il Teeny-tiny Pearl Mid Town series adatto per le esercitazioni e per gli spostamenti (inoltre anche in casa ci sta una meraviglia).

Che tipo di musica ascolti quando non lavori?
Il suono del silenzio (ride). Ascolto quello e qualcosa di Seal, oppure pezzi retro e soul.


Per concludere, c’è un messaggio che ti va di inviare ai nostri lettori e ai tuoi fan in generale?
Se senti di voler fare qualcosa (che non sia illegale o dannosa per te stesso o per gli altri) allora falla. Non c’è nulla che abbia più valore della soddisfazione di sapere che ci hai provato. Se ci riesci allora è grandioso, se non ci riesci... chi se frega. Se è qualcosa per cui sei davvero tagliato, allora avrai successo. Può essere un successo sul piano personale o su un altro livello: comunque vada, non mollare mai!

Testo di Patrizia Marinelli

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