Chad Smith peperoncino matto!

Paolo Sburlati 07 set 2016
Il grande successo ottenuto con i suoi Red Hot Chili Peppers non gli ha dato alla testa, no perché Chad Smith è già matto di suo! Suona come un diavolo la sua batteria, pesta i tamburi, è aggressivo e le facce che fa sono tutto un programma. Ride, scherza, fa battute a non finire, prende in giro lo staff della Sabian, è amico di tutti ed è molto sensibile. Sdrammatizza la cruda realtà scherzando e non prende sul serio la vita per poterla vivere meglio. Tutto sommato possiammo dire che Chad è un ragazzone che non vuole soffrire troppo e fa in modo di rallegrare chi gli sta attorno. E fa bene. Gli siamo grati per questa intervista a base di risate.
Le poche volte che è stato in Italia sono state sufficienti a far capire a Chad cosa succede in questo paese. Quando lo prendo per un braccio e gli chiedo se ha voglia di parlare ai batteristi italiani tramite il nostro giornale, strabuzza gli occhi e urla: "What? Italy? oh my God! Don't kill me, mafioso" e mi guida su per le scale dell'enorme stand Sabian di Los Angeles dove ci troviamo isolati dal rumore della ...
l'articolo continua  

info intervista

Chad Smith
fiera circostante e ordina da bene due Margaritas "con tette grosse"! Veramente singolare e simpatico. E quando suona ha un tiro che fa paura...

Cosa stai facendo ultimamente?
Niente di particolare: le solite cose, suono, gioco a golf, vado in moto, faccio surf ed immersioni...

Roba pericolosa...
Pericolosa? Il pugilato è pericoloso. Ho smesso (risate). Ho preso troppe botte, dopo un pò non va più bene (risate). Non mi funziona più un braccio e per suonare la batteria servono braccia e gambe.

Scherzi a parte, molti anni fa si è fermato uno dei tour dei Red Hot Chili Peppers a causa tua.
Sì, mi sono rotto un polso mel 1995 ed hanno cancellato il resto del tour. Eravamo in Europa a promuovere il nostro disco, a un certo punto sono tornato negli Stati Uniti e giocando a baseball, mi sono rotto un polso. Tutto fermo. Mi è ancora andata bene.

Sei guarito perfettamente?
Perfettamente. Suono, mangio, digerisco (risate). Un batterista deve fare molta attenzione ai suoi arti: guarda il batterista del Def Leppard.

Quella sì che è una tragedia. Tra parentesi, ho visto proprio adesso Mark Craney, è messo malissimo con i reni: ha subito tantissime operazioni e riesce a malapena a camminare.
Conosco Mark, mi dispiace moltissimo. E' un grande musicista e mi ha ispirato molto: è un tipo molto positivo, nonostante tutto quello che sta passando. Ho partecipato ad un concerto di beneficenza per tirare su fondi da destinare a Mark per pagare le sue operazioni e sono orgoglioso di averlo fatto.

Dobbiamo sempre dare il meglio di noi, perché da un momento all'altro può succedere qualunque cosa e potremmo non essere più in grado di fare niente.
Sono d'accordo, quando incontro Mark mi rendo conto di essere fortunato e non devo sprecare il mio tempo. Ecco perché faccio tutte quelle cose che ti ho detto: voglio giocare a golf, voglio guidare la moto, fare le immersioni (risate). Del resto che cosa fai tutto il giorno in casa? Poi apri il frigo e ti rompi un dito! (risate). Non si può "vivere in una bolla" (tipica espressione americana, corrisponde alla nostra "vivere sotto una campana di vetro") e neanche far finta di niente. Del resto tutte queste esperienze di vita si incanalano nella musica che fai e diventi creativo. Personalmente le esperienze e la natura mi ispirano moltissimo creativamente. Comunque, adesso sono in vacanza, poi al ritorno entrerò in studio con Dave, il nostro chitarrista per un disco che si intitolerà "Spread" ed uscirà entro l'anno. Poi i Chili Peppers rientreranni in studio per un altro album. Abbiamo già alcune canzoni pronte, adesso siamo in pausa.

Quanto contribuisci alla composizione dei brani?
Componiamo tutti insieme. E' un'ottima situazione musicale per un batterista, devo dirlo. Facciamo parecchie jam session e da queste nascono i nostri brani. A volte si parte da un'idea. Non esiste un metodo unico, questo è uno dei tanti, siamo tutti molto spontanei. Spesso il batterista rimane fuori dalla parte creativa di un brano, mentre tra noi è diverso.

E firmate i brani tutti insieme?
Certo. Abbiamo anche le nostre edizioni. Mi piace molto la musica che suono ed un gruppo come il nostro è remunerativo.

Non hai in progetto un album da solista?
No, niente solismi. Preferisco suonare con altra gente. Con i Peppers posso fare praticamente tutto quello che voglio e questo album che facciamo io e Dave è stato deciso perché abbiamo scritto delle canzoni insieme a tempo perso, nei ritagli tra una prova e l'altra. E' un album di canzoni. Abbiamo molte idee, tutti quanti.

Canti?
Sei matto? (risate). Ho provato e credimi, è meglio che io suoni la batteria!

Ricordo una bellissima intervista che ti fece Modern Drummer anni or sono. Nel servizio fotografico in bianco e nero seppia, sfoggiavi una Ludwig anni quaranta ed eri vestito tipo Humphrey Bogart, sigaretta, cappello, in perfetto stile americano di quell'epoca. Sei interessato ai tamburi vintage?
Mi piacciono. In quel caso è stato principalmente per fare le foto: una buona idea che abbiamo subito realizzato. Non suono le battrie vintage, me le apprezzo molto. Mi piacciono le vecchie Ludwig, le Gretsch, i rullanti Slingerland Radio King, c'è una certa vibrazione che arriva da quegli strumenti, sarà l'estetica, sarà il suono. Associo il loro passato, la musica che si suonava allora, con lo strumento che vedo oggi e sento come una vibrazione proviente da esso. L'estetica poi è favolosa, mi piacciono molto le finiture Sparkle, le finiture Oyster, ma non sono un tecnico e non conosco bene le diciture. In passato con i Peppers ne ho avuta una rivestita in Green Sparkle. Oggi ne ho una che "glows in the dark" (luccica al buio)! Non sono un collezionista, ma mi piacciono molto le batterie vintage che, come dicevo, non ho mai usato in tour poiché andrebbero a pezzi a causa mia e dei tecnici che le montano e smontano ogni sera. Invece, ho registrato con delle vecchie Gretsch, con vecchi rullanti Ludwig. Negli anni settanta avevo un Ludwig Supra-Phonic 400 e l'ho usato per tantissimi anni ed un Ludwig Black Beauty che tutti hanno avuto prima o poi.

Non pensi che il suono di un tamburo dipenda prevalentemente dalle mani di chi lo suona?
Sono d'accordo. E' il modo in cui suona un batterista che fa il suono. John Bonham ha avuto due batterie diverse, eppure il suono era sempre il suo inconfondibile. Inoltre, chi emula i Led Zeppelin cerca di ottenere il suono di Bonham: molto grosso e aperto, difficile da riprodurre, perché colpiva i tamburi con potenza ma senza impedire loro di vibrare. Per quanto mi riguarda, colpisco forte i miei tom, ma so bene che oltre un certo limite distorcono e il suono muore. Anche l'ambiente è molto importante. L'abbinamento tra tamburi e studio di registrazione ha prodotto il suono dei vecchi dischi degli Zep che ancora oggi ammiriamo. Non importava il materiale dei fusti, legno acciaio o plastica, era l'insieme che funzionava. Il suono è personalità e non molti batteristi sono personali com'è il caso di Stewart Copeland, Phil Collins, Bonham, Cobham e qualcun altro.

Sei cresciuto ascoltando quei batteristi?
Certo, oltre a Mitch Mitchell e Keith Moon.

Hai qualcosa a che fare con Keith! (risate)
Può essere (risate). Lui aveva una personalità forte e definita...

Anche troppa...
Sì, infatti gli è stata fatale. E' stato il primo batterista che ho sentito suonare i crash nel mezzo di un rullo. Solitamente si esegue un rullo e si picchia il crash alla fine, no? Bene, lui faceva rulli e piatti insieme: budu-budu-dish-budu-budu-dish-budu-bududish! Decisamene Bonham, Mitchell, Moon mi hanno segnato la vita!

Ti piacciono i batteristi inglesi, giusto?
Tantissimo. Ian Paice dei Deep Purple, quanto l'adoro: "Space Truckin'" è il mio pezzo favorito (canta e suona con le mani in aria). Ho suonato quel disco mille volte e gli sono andato dietro con la batteria. Grande. Mitch Mitchell era più verso il jazz come discendenza e stile.

Anche lui ha suonato diverse batterie con Hendrix, Ludwig, Gretsch, Rogers, Premier e aveva sempre lo stesso suono.
E' molto popolare in America in questi anni. Adesso suona con batterie DW ed è sui poster in tutti i negozi di strumenti musicali.

Come accordi la batteria e quanto durano le tue pelli?
Poco, ne cambio una a sera sul rullante. Uso le Remo CS Coated Black Dot che sono abbastanza robuste. Si tratta di pelli Ambassador con il centro incollato di sotto, ma la cambio ogni sera. Sui tom invece le cambio ogni quattro spettacoli circa. Uso le Remo Emperor sui tom come battenti e Diplomat come risonanti. Le Emperor sono molto spesse e quindi durano parecchio e sono facilmente accordabili. Sulla cassa ho una Remo PowerStroke. Non accordo le pelli in modo specialle. Ogni tamburo ha il suo suono peculiare, basta trovarlo ed accordare la pelle alla stessa frequenza di risonanza. Quando suonano bene, pieni e potenti, allora ho raggiunto il suono giusto. Non creo scale armoniche con i tom: solitamente tendo un pò di più la pelle risonante rispetto alla battente su ciascun tom. Come vedi, non ho segreti (risate).

Pedali?
Uso i DW 5000 che ritengo i migliori in assoluto. Li uso da moltissimi anni e credo siano il modello Turbo.

Quindi un DW 5002 Turbo...
No, è un singolo, non uso il doppio pedale. Lo usavo anni fa, da ragazzo: emulavo Neil Peart e Keith Moon. Per la musica dei Chili Peppers non è necessario il doppio pedale. Ho sentito alcuni batteristi famosi in questi anni fare cose incredibili con il doppio pedale e a questo punto non mi ci metto neanche! E poi la nostra musica è molto orientata verso la percussione: con la doppia cassa restringerei troppo il campo d'azione della ritmica e agli altri non piacerebbe. Ho anche il supporto per l'hi-hat della DW, tutto il resto è Pearl. Sai, quando suoni con un certo pedale per moltissimi anni ti abitui e non riesci più a cambiare. Non sono velocissimo con la cassa e quindi non ho esigenze speciali, me il pedale per me non deve cambiare. Ho provato molti pedali, i Pearl sono buonissimi, ma con i DW mi trovo sempre a casa mia forse perché rimbalzano in modo differente rispetto agli altri. Non saprei dirti: forse il modo in cui la molla riporta il battente in posizione, è il segreto.

Cosa pensi degli assoli di batteria?
Che sono noiosi. Anni fa li facevo anch'io: adesso preferisco fare musica con gli altri piuttosto che suonare per me stesso. Sarebbe masturbazione musicale. In un contesto rock stanno anche bene, tuttavia potrebbero annoiare. Ho sentito molti batteristi fare assoli creativi, Elvin Jones, Art Blackey, Tony Williams, ma sono tutti batteristi jazz e sono melodici non è solo l'esposizione di tecnica e velocità, sono assoli di musicalità. Jack DeJonnette è un altro grande!

Gli assoli di John Hiseman con i Colosseum si rifacevano molto al grande Elvin Jones.
Hiseman è sempre stato un gentleman della batteria: ricordo con i Colosseum negli anni settanta. Elvin ha insegnato un pò a tutti. E' stato tra i primi ad utilizzare le terzine, a mettere molta passione in un assolo, a pestare duro, come un batterista rock. In effetti ha contribuito molto alla formazione della generazione dei batteristi degli anni sessanta e settanta. Parlare di Elvin è come tornare alla sorgente, agli albori del rock.

Molti sono rimasti impressi dalla pubblicità delle bacchette Vater nella quale te le infili nelle orecchie!
(ride) E' stata una bella pubblicità, lo ammetto. Alan Vater è sempre disponibile a realizzare le tue idee. Dunque mi sono infilato le bacchette nelle orecchie e lui ha detto "va bene così!" Io gli avevo detto: "mi piacciono le tue bacchette, ma è un mio gusto personale infilarmele nelle orecchie!" (risate).

Sono un modello speciale?
No, sono delle comuni Vater 5B che per me vanno benissimo. Ne ho fatte fare alcune rinforzate sotto la punta, un pò più pesanti, che durano di più e danno un pò più di volume ai tom. Tuttavia, mi vanno bene entrambi i modelli. Quello che mi piace delle Vater è che sono tutte assolutamente dritte, dall'inizio, e non si storcono. Le tiri fuori dalla scatola e sono perfette. Ho una splendida relazione con Alan e Ron (i fratelli Vater), fanno prodotti eccellenti, sono servito egregiamente e non chiedo di più.

Puoi sempre organizzare con i Peppers un nuovo tour in Italia.
Stai lontano, mafioso! (risate) "Salute!" (e brindiamo con i drink offerti dalla Sabian...).

© 2016 Il Volo Srl Editore - All rights reserved - Reg. Trib. n. 115 del 22.02.1988 - P.Iva 01780160154