JOE PORCARO Percussionista made in Italy

Paolo Sburlati 10 nov 2016
La scomparsa di Jeff Porcaro è stata un fulmine a ciel sereno per tutti i musicisti del mondo. Pe cause sono ancora da accertare. Suo padre, Joe Porcaro, ancora oggi non solo non riesce a credere alla scomparsa di suo figlio, ma si rammarica di non conoscere esattamente il motivo di questa disgrazia che tanto dolore ha portato alla sua famiglia.

Joe è un uomo dalla grande umanità molto semplice e reale: un uomo forte. Abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo durante la scorsa Fiera di Francoforte e siamo rimasti colpiti dalla sua forza d'animo, dalla sua storia, dalla sua volontà di vivere che traspare nei suoi lavori musicali e nel suo modo di parlare così pacato, semplice e rilassato.

Questa intervista è una stupenda testimonianza di grande umanità e di forte sensibilità d'animo associata ad una storia vera di persone emigrate oltreoceano.
Joe Porcaro ha generato alcuni tra i musicisti più conosciuti oggi. Ne abbiamo perso uno purtroppo, ma per quel poco che ha vissuto, Jeff è riuscito a scrivere alcune pagine indimenticabili nella storia della musica internazionale.

Paiste diede l'addio al loro storico endorser Jeff pubblicando sui giornali musicali d'oltreoceano le foto di Jeff e di suo padre Joe ...
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info intervista

JOE PORCARO
con la seguente frase scritta in calce: "In Loving Memory Of Jeff Porcaro - Our deepest Sympathies go to Jeff's Family. We'll never forger your Husband, Father, Son and Brother. He is one of a Kind". (In Memoria di Jeff Porcaro - il nostro più profondo cordoglio alla famiglia di Jeff. Non dimenticheremo mai vostro Marito, Padre, Figlio e Fratello. Lui è unico").

Abbiamo tanto sentito parlare di te e dei tuoi figli musicisti in questi anni. E' la prima volta che vieni in Europa?
No, sono già stato qui tre anni fa. Ho fatto alcune Drum Clinics a Koblenz, in Germania. C'è un grande negozio di strumenti in quella città gestito da Jurgen Meiden che organizza il Festival di Koblenz. In quella occasione ho anche avuto modo di visitare la Fiera di Francofore. Quindi questa è la seconda volta che visito questa Fiera. In questa occasione mi ha invitato la Paiste per poter esporre e dimostrare nel loro stand le mie nuove bacchette Diamond Tip. Paiste potrebbe anche essere il mio distributore ufficiale per l'Europa. Ci stiamo lavorando sopra.

Parlaci delle tue nuove bacchette allora.
Ho disegnato questa nuova punta di bacchetta che ha la forma di un diamante. Grazie a questo bordo ad angolo acuto, la superficie della punta a contatto con la pelle è estremamente ridotta e quindi aumenta il rimbalzo della bacchetta stessa. L'articolazione è quindi migliore. Lo si nota anche in studio di registrazione. Io e molti altri miei colleghi abbiamo provato queste bacchette durante alcuni turni di registrazione e siamo tutti arrivati alla stessa conclusione. Nei rulli pressati, soprattutto l'articolazione è migliore di quella ottenuta con bacchette con punta in legno. Lo si nota anche con i rulli aperti, durante i pianissimo e sugli accenti delle terzine.

Quindi viene migliorata la risposta.
Esatto. E anche sui piatti la risposta è migliore. Ho dato un paio delle mie bacchette ad un batterista conosciutissimo che non voglio menzionare perché è ancora endorser di un'altra casa costruttrice di bacchette. Lui è andato a Londra per registrare un disco e i tecnici in studio si sono complimentati con lui per il suono che è riuscito ad ottenere dal suo piatto ride e dall'hi-hat. Ha usato un paio di bacchette Diamond Tip modello 7A.

Quindi il suono dei piatti cambia.
In modo incredibile. Sui piatti tutte le frequenze acute vengono fuori ed il suono dell'hi-hat diventa definito e piacevole. Mio figlio Jeff, prima di morire, ha usato le mie bacchette su un brano dell'ultimo album dei Toto, "Kingdom Of Desire". Stavano suonando una ballad scritta da Lukather, quando Jeff mi chiamò e mi disse di portargli un paio di Diamond Tips. Stavano buttando giù le basi del brano e dopo cena il loro tecnico, Gregg Lodawney, disse a Jeff: "perché hai cambiato i piatti dell'hi-hat?" Jeff allora gli domandò: "che cosa vuoi dire?" E Gregg: "non ho toccato la consolle e ho un segnale più forte dei piatti!" Jeff allora gli chiese se gli piaceva il suono che sentiva dai piatti e Gregg rispose più che affermativamente, ma voleva soltanto sapere perché aveva cambiato i piatti. Jeff quindi gli disse: "non ho cambiato niente, sto solo usando le bacchette che fa mio padre!" Così Lodawney guardò gli altri della band ed esclamò: "Boys, that's fantastic!" Anche il tecnico di Jeff, Ross Garfield un personaggio famoso a Los Angeles, chiamato "The Drum Doctor", ha notato questa differenza con le Diamond Tips. E' un suono differente. Penso che molti batteristi porteranno almeno un paio di Diamond Tips nella loro scorta di bacchette quando andranno a suonare, proprio per questa caratteristica sonora differente che queste possono offrire. Ti sto elencando i lati positivi, ma esistono anche quelli negativi, come in tutte le cose. A causa della speciale forma a diamante della punta, queste bacchette non possono essere utilizzate per il rock o l'heavy metal. Rimarrebbero i segni sulle pelli. Ma per i batteristi che suonano in modo regolare, queste bacchette sono ottime. Se si utilizzano pelli tipo Remo Ambassador o PinStripe e si suona normalmente, non succede assolutamente niente.

Produci solo bacchette con la punta in nylon?
Produrrò anche bacchette con la punta in legno, ma per il momento solo in nylon.

Hai già fatto dei prototipi?
Sì, li ho anche provati e purtroppo il legno è meno resistente del nylon ed una punta con questa forma si consuma in modo veloce. L'angolo della punta è troppo acuto. Sto studiando un sistema per ricoprire le punte in legno con una resina epossidica speciale, così da ridurre il consumo della punta nel tempo.

Chi sta utilizzando le tue bacchette attualmente?
Un sacco di amici tra cui un batterista che è anche un produttore molto conosciuto a Los Angeles; scrive anche canzoni e si chiama Ed Rosetti. Lui usa le mie bacchette. Ha prodotto un album per la Sheffield Records, di una cantante che si chiama Cler Mollow. Jeff ha anche suonato su quell'album. Quando Rosetti lavora in studio chiede ai batteristi di usare le mie bacchette, perché i suoni vengono fuori meglio.

Come impugnatura usi misure standard?
Esatto. Ho cominciato con i modelli 7A, 5A, poi ho aggiunto un modello Rock e ultimamente la 5B e la 2B. Sto realizzando anche un modello jazz.

In pratica sono bacchette già realizzate sulle quali incolli punte Diamond Tips. Potresti anche venderle separatamente nei negozi?
Sì, è una possibilità. Sono punte in plastica che vengono incollate.

Hai anche provato a realizzare punte più larghe per heavy metal?
No, non ancora. Dovrebbe essere una punta nuova: questa, come dicevo, non va bene per il metal. Remo mi ha contattato e mi ha chiesto se intendo realizzare assieme a lui una pelle speciale che resista all'impatto di bacchette pesanti, una pelle, dunque, sulla quale non rimangono i segni dei colpi di bacchetta. Allora in quel caso questa sarebbe una grande bacchetta per batteristi heavy metal. Ma questa è una situazione futura. Vedremo.

La tua attività di percussionista negli studi continua?
Sì, faccio ancora parecchi lavori in studio, colonne sonore per film. Suoo molte percussioni e a volte anche la batteria. E poi insegno al PIT, sempre a Los Angeles, un paio di giorni alla settimana. Sono direttore di curriculum per Ralph Humphrey. E ogni tanto registro anche alcuni dischi: ho fatto l'ultimo disco di Natalie Cole prima di venire in Europa. Ho suonato le percussioni. Poi, ogni notte iniziamo un film con James Noonhoward e Bill Conti: siamo molto veloci nel completare colonne sonore. Sì, effettivamente sono ancora molto attivo negli studi.

Quali sono i film più noti per i quali hai suonato nelle colonne sonore?
Uno degli ultimi è stato "Prince Of Tides" (Principe delle Maree), con Barbra Streisand. Poi ho fatto... vediamo di ricordare... ho fatto tutte le colonne sonore della serie "Startrek", tutte quelle scritte da Jerry Goldsmith. Poi la maggior parte dei film di James Horner e molti con Danny Hoffman, che è il cantante-leader del gruppo Oingo Boingo. Lui è anche un grande compositore e ho fatto molti film con lui. Ho lavorato anche con Johnny Williams ed in definitiva un pò con tutti.

E nei dischi dei Toto?
Ho suonto nei loro album, fino a quest'ultimo. Ho suonato un sacco di percussioni su un brano in sette ottavi, del quale non ricordo il titolo! E anche in una ballad che ha scritto Lukather: ho suonato le Tablas, lo Shaker e altro ancora.

Suoni tutti gli strumenti a percussione?
Sì, anche i Timpani, le percussioni intonate tipo Vibrafono, Xilofono, le Congas: tutti gli strumenti a percussione latini. Ho registrato le Tablas su un album di Stan Getz alcuni anni fa. Anche con Lalo Schriffen.

Che percussioni usi? Latin Percussion?
Conosco molto bene Martin Cohen, il proprietario della Latin Percussion, dunque uso molti suoi strumenti. Sono bellissimi e sono molto robusti oltre che consistenti. Mantengono il suono e le caratteristiche tonali rimangono praticamente illimitate nel tempo. Uso anche sostegni Gibraltar che sono molto buoni e soprattutto comodi e prodotti dalla Kaman.

Che studi classici hai fatto?
Ho suonato nell'Orchestra Sinfonica di Hartford nel Connecticut per diciassette anni! Ho suonato tutte le Opere, tutte le più grandi Opere scritte al mondo! Le conosco tutte. La "Traviata", la "Forza del Destino", la "Madame Butterfly", le ho fatte tutte. Ho avuto un ottimo insegnamento quando ero giovane. Quando poi mi sono spostato ad Hollywood, un sobborgo di Los Angeles, mi trovai ben preparato per il lavoro negli studi. Vengo da un buon ambiente, perché anche mio padre era un musicista e mi portava a vedere le Opere teatrali quando ero piccolo.

Che strumento suonava tuo padre?
La batteria.

Ovviamente! Ti avrà insegnato lui e avrete anche suonato assieme...
Sì. Quando ero giovane io e mio padre suonavamo nella Italian Symphonic Band. Era musica bellissima, marce sinfoniche, orchestrate. Suonavamo alle "vesta"...

Cosa sono?
"A vesta!" Le processioni per i paesi in Italia, con la statua della Madonna sulle spalle...

La "festa!"
Sì, "a festa". C'è la banda che suona per le strade e la gente offre i soldi, fa le donazioni, dà il vino, i prodotti e i cibi delle loro fattorie. Le ho fatte tutte queste feste. Io e mio padre. Da quando avevo otto anni fino ai sedici anni. Durante il giorno suonavamo le marce per il paese, ma alla sera, se c'era l'opportunità e il palco giusto, suonavamo estratti da Opere sinfoniche famose in Italia. Così ho conosciuto tutte le Opere più belle.

Di dove erano i tuoi genitori?
Mia madre era di Caserta e mio padre di San Luca, provincia di Reggio Calabria. Ho ancora uno zio a Reggio Calabria, che ha novant'anni! L'anno scorso sono stato in Italia ma non lo conoscevo ancora. L'ho scoperto quest'anno! Ho incontrato tempo fa Chick Corea e mi disse che suo padre era calabrese. Io non ci credo, secondo me è di origine sudamericana.

E invece è vero, i genitori di Chick sono calabresi. In una recente intervista fatta a Chick, lui ce lo ha confermato.
Pensavo scherzasse. Forse ho capito male. Sono contento!

Anche i genitori di John Patitucci sono calabresi.
Ma è incredibile! Il mio nome originariamene era Porcara, un classico cognome calabrese, mentre Porcaro è siciliano. Ho scoperto anche questo. Mio padre emigrò negli Stati Uniti durante la prima guerra mondiale ed era un ingegnere militare. Quando fu licenziato dall'esercito, andò a firmare e lessero Porcaro invece di Porcara. Se ne accorse tempo dopo e capì che sarebbe stato troppo fastidioso e burocratico cambiare il nome: così lo lasciò com'è oggi! Un giorno un uomo mi telefonò e mi disse: "il tuo nome è Porcaro vero? Forse siamo parenti!" Gli raccontai dello scambio di vocale finale commesso dall'esercito, e stabilimmo quindi che non eravamo parenti. Lui, tra l'altro, è originario della Sicilia. Poi tre anni fa mi chiamò un signore che mi disse: "il mio nome è Saverio Porcara e forse noi due siamo parenti!" Trattandosi di Porcara capii che poteva essere probabile. Allora gli domandai di dove fosse e lui disse: "Argentina, Cordoba". Alcuni anni prima avevo ricevuto una lettera dal fratello più giovane di mio padre che vive in Argentina, e si chiama Ottavio. Questo Saverio che mi stava telefonando era suo figlio!

Una bella coincidenza...
Tempo dopo lui venne a visitare un suo amico col quale era cresciuto in Argentina e ne approfittò per visitare anche Disneyland. Allora disse al suo amico: "credo di essere parente di Joe Porcaro dei Toto" e così mi telefonò e mi venne a trovare. Un mese fa tornò e portò con sé suo padre. Mi telefonarono e concordammo un appuntamento a casa mia. Ero un pò nervoso, suo padre non lo avevo mai visto prima. Non appena l'auto arrivò di fronte a casa mia e lui scese dall'auto, rividi mio padre! E' uguale, identico a lui! Stessi capelli, stesso naso, stesso modo di camminare... lo abbracciai e piansi come un bimbo. Non esitai un secondo: era proprio il fratello di mio padre. E quando iniziammo a parlare, ebbi un altro colpo al cuore: la sua stessa voce. Oh man, incredibile! Adesso vive in California: ci siamo rivisti la settimana scorsa e abbiamo fatto colazione assieme.

Torniamo alla musica. Quali sono gli strumenti che adotti?
Esclusivamente batterie e pelli Remo, piatti Paiste. Ho cominciato ad usare i Paiste Formula 602: 13" Medium Hi-Hat; 16", 17" e 18" Thin Crash; 20" Medium Flatride; 20" e 22" Medium Ride. Oltre al mio favorito 22" China Type che ritengo un piatto stupendo per accompagnamenti jazz. Poi ho usato tutte le altre linee Paiste fino ad oggi prodotte. E adesso ho i piatti Paiste Signature: un 20" Dry Ride che uso assieme al 22" China Type, Formula 602 come accompagnamento, un 16", un 17" ed un 18" Fast Crash; un 20" Flatride ed un 13" Dry Crisp Hi-Hat. Non ho molti piattim io suono principalmente jazz e sono un batterista bebop!

Sto cercando di farti una domanda, Joe... Ti va di parlare di Jeff?
Non avere paura, sono una persona forte. Come padre mi posso immaginare la pressione che devo aver involontariamente esercitato su di lui essendo un professionista in vista. Sai, trasferirsi in un luogo come Hollywood e lavorare sodo per tutta la vita per riuscire a farcela e diventare un musicista richiesto, con il proprio nome che appare sui dischi, sulle colonne sonore, sui manifesti delle opere nei tratri... sì, deve essere stato un compito difficile per lui riuscire ad imitare e superare suo padre. Ma ce l'ha fatta! Era un ragazzino e voleva fare il batterista, come suo padre. E aveva i suoi amici attorno che conoscevao la sua situazione. Doveva riuscirci. Ma è così per ogni figlio che intende fare lo stesso lavoro del padre: il carpentiere, l'elettricista o l'autista di autobus. Nel campo musicale, però si ottiene molta più fama e pubblicità ed è una sfortuna per un figlio. Non mi sono mai reso conto di aver esercitato una forte pressione su di lui. E pensare che io non ho mai veramente voluto che lui diventasse un batterista. L'ho sempre lasciato libero di scegliere come ho fatto io. Perchè io non ho mai avuto una educazione scolastica, non ho mai avuto un diploma, una laurea o altro. Non sono mai andato in un collegio a studiare o all'università. Ho sempre studiato da me, ho lavorato, guadagnato i soldi e mi sono pagato le lezioni con gli insegnanti privati. Sono stato fortunato a poter suonare molto, grazie all'ambiente in cui sono cresciuto. Ho sempre detto a me stesso: non voglio che i miei figli rifacciano la mia strada: voglio farli andare a scuola, frequentare l'università e fargli prendere una laurea. Volevo vederli diventare dottori, avvocati, ma allo stesso tempo non ho mai impedito loro di diventare musicisti. Essendo un padre, adoravo i miei figli, e così ho sempre portato Jeffrey con me alle prove, nei negozi di strumenti, alle mie Clinics, o quando insegnavo nelle scuole. E questo anche per dare a mia moglie un pò di libertà e di riposo. Portando Jeffrey con me, lui era inevitabilmente sempre a contatto con i tamburi. E senza accorgermene lui ha cominciato a studiare musica, a chiedere informazioni e consigli, poi ha voluto una batteria per lui, ha voluto studiare. Ed era naturale per lui. Ha cominciato subito a suonare ed è diventato un batterista. Quando ci siamo spostati a Los Angeles, lui aveva solo dodici anni e quando frequentava la scuola ha cominciato a suonare ed io sentivo parlare di lui. Andavo a lavorare negli studi e la gente mi diceva: "ehi, ho sentito parlare di questo Jeff Porcaro. E' un tuo parente?" "E' mio figlio!" Alcuni mi dicevano: "Questa sera vado a sentirlo suonare al Dante's", che è un famoso locale di musica jazz. Anche Lalo Schriffen, che è un famoso direttore d'orchestra, e lavora per le colonne sonore, è andato al Dante's per sentirlo suonare. Ne aveva sentito parlare. Così ad un certo punto ho realizzato che Jeff avrebbe fatto il batterista. Suonava tutti i giorni, studiava musica e suonava in giro. Poi tutto è successo così in fretta! Ci sono stati tanti momenti bellissimi nella sua e nella mia vita. Ricordo ancora quando ha avuto il suo primo ingaggio con Sonny & Cher, io avevo registrato i loro dischi molti anni prima negli anni settanta. Jeffrey all'epoca aveva quattordici anni. Ricordo quando ci siamo incontrati io ed il loro produttore Dennis Pregnolato, un italiano. Lui mi disse che Jeffrey aveva fatto l'audizione per il tour di Sonny & Cher. Loro lo avevano sentito suonare e gli era piaciuto, così lo hanno preso per il tour. Poi hanno cominciato a chiamarlo negli studi di registrazione. Ha avuto l'opportunità di diventare un turnista negli studi di Los Angeles. Ma la cosa più bella tra me e Jeffrey è che eravamo amici oltre che padre e figlio. Improvvisamente le cose sono cambiate in modo tale che io non potevo più controllarle. Jeffrey era cresciuto, si era sposato ed ha fatto la sua famiglia ed io ho dovuto lasciarlo andare. Capisci cosa intendo dire? La situazione era cambiata, ma siamo rimasti amici. E poi io sono andato a suonare con i Toto. Loro producevano i loro album e lui è diventato il mio boss! (ride) Immaginami nel loro studio mentre suonavo il tamburello o lo shaker e Jeff che fermava il nastro e mi diceva: "Papà, vai a tempo, rallenta!" Io mi innervosivo e mentre lo guardavo attraverso il vetro della regia pensavo: "Quello è mio figlio e mi dice che cosa devo fare!!" Ma ci sono tanti altri episodi. Ricordo ancora quando Jeff aveva fatto il gruppo con David Paitch alla High School e avevano partecipato ad una competizione di gruppi all'Hollywood Bowl con altri gruppi delle High School di tutta Los Angeles. Si chiamava "The Battle of the Bands" (La battaglia delle bands). La giuria era composta da musicisti come Henry Mancini, Lalo Schriffen, Clear Fisher, tutti famosi compositori e direttori d'orchestra. Il gruppo di Jeffrey non vinse, ma lui fu scelto dagli altri musicisti per fare parte della Stage Band composta dai migliori musicisti delle band che avevano partecipato. Quando lo spettacolo terminò ci furono le premiazioni e l'annunciatore disse: "Quest'anno abbiamo un premio in più per una nuova categoria, quella del musicista più meritevole e viene assegnato a Jeff Porcaro". Ma lui era nella Stage Band e non poteva essere scelto di nuovo. La giuria però glielo assegnò comunque, io impazzii dalla gioia! E poi ricordo ancora le premiazioni che i Toto ebbero nella loro carriera. Io facevo parte della band. Ricordo quando furono assegnati i prestigiosi Grammy Awards. In tutto ne hanno vinti sette! Come miglior gruppo, come miglior brano, come miglior spettacolo, eccetera. Jeff è anche stato eletto un paio di volte come "best studio drummer" dai lettori della rivista Modern Drummer. E ha anche vinto quattro volte consecutivamente il "Narrows Musicians Awards" (Premio per i Musicisti Precisi). E' un premio che davano a Los Angeles fino a qualche anno fa, oggi non c'è più. Era un premio stabilito esclusivamente dai musicisti, dai tecnici di studio, dai compositori, dai produttori, dagli artisti. Poteva essere vinto solamente tre volte di fila, così la quarta volta è stato incluso nella "Hall of Fame" dell'associazione che consegna i premi. E' stato veramente entusiasmante! Momenti indimenticabili e stupendi.

E i momenti tristi?
Ci sono stati anche quelli. La mattina del giorno che è successo, Jeff mi chiamò alle sette. Era appena tornato dalla Florida. Era stato in vacanza. Gli chiesi: "come stai?" "Cool, pap!" (bene, papà). Lui era solito chiamarmi "pap". Parlammo per un'ora, stava benissimo. Mi parlò del nuovo album, del tour che stava per iniziare. Era entusiasta di "Kingdon Of Desire". Poi mi disse che doveva vedersi con Lukathern e quindi mi doveva salutare. Anch'io dovevo andare in studio con Bill Conti per una colonna sonora di un nuovo film. Verso le sette di sera arrivò una segretaria dello studio con un biglietto nel quale mi si diceva di chiamare mia figlia. Mi preoccupai subito, perché era insolita come richiesta. Pensavo fosse successo qualcosa a mia moglie. Mia figlia non mi aveva mai chiamato in studio. Allora la chiamai subito e lei mi disse che stavano portando Jeffrey d'urgenza all'ospedale e che era meglio se ci andavo di corsa anch'io. Corsi all'ospedale mentre i dottori stavano ancora cercando di salvare Jeffrey, ma era una situazione disperata. Poi il dottore entrò nella stanza dove aspettavamo e ci disse che Jeff era morto. Quello fu il momento più duro di tutta la mia vita. Non lo potevo credere, avevo parlato al mattino con lui. Non potevo crederlo! (si riprende subito) E' tutto qui. Ma la vita prosegue. Non possiamo fermarci. Ma Jeffrey mi ha dato un sacco di momenti grandiosi, mi manca molto, veramente tanto. A volta mi sveglio di notte e rimango sdraiato nel letto: lo rivedo in studio, sul palco, a casa. Non riesco a crederci. Trentasette anni. Troppo giovane. Alcuni hanno detto che era dedito alla cocaina, alla droga e altra roba. Io conosco gente che usa la cocaina, ne vedo tutti i giorni e a volte ci lavoro anche assieme. So riconoscere quelle persone. Jeffrey non beveva nenche. Quando veniva a casa mia beveva un bicchiere di vino a tavola. Chi è dedito all'alcol bene liquori forti e beve parecchio, ovunque. L'altro mio figlio mi ha detto che Jeff ha provato la cocaina qualche volta, ma è successo raramente. Abbiamo un dottore amico di famiglia. Gli chiesi di assistere all'autopsia e lui mi affermò che il suo attacco cardiaco non era dovuto alla cocaina. L'indurimento delle arterie può essere una delle cause, ma più probabilmente il pesticida che ha usato nel giardino è stata la vera causa del suo attacco. Stanno ancora investigando, anche sua moglie sta investigando. Ha un avvocato che l'aiuta. Adesso si sono spostati da Los Angeles nella contea di Ventura (Ventura Country). Tutti dicono che non è giusto quello che hanno fatto. Ma avrebbero potuto essere perseguitati dalle persone della Chevron, che è la ditta che produce quel pesticida. E non dimentichiamo che la Chevron è una grandissima industria petrolifera! Così ancora oggi non sappiamo esattamente la verità, nessuno la conosce. E' una situazione molto triste. E' un interrogativo anche per me: io vorrei sapere la vera causa del suo decesso. E spero possano provare che la causa sia stata il pesticida. Per adesso l'unica cosa per me credibile è che il suo attacco sia stato causato dall'indurimento delle arterie. Da parte di mia moglie, tra l'altro, alcuni componenti della famiglia (padre, fratello, zio) sono morti per questo motivo. Per adesso posso solo convivere con il dolore...

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