Steve Ferrone ...scusate se tutto mi è concesso!

Paolo Sburlati 23 ott 2017
L'intervista che segue è apparsa su Drum Club, dicembre 1998.

Uomo simpaticissimo che se la tira con grande destrezza. Ama la vita gaudente, gli apprezzamenti e le belle donne. Si presta al gioco, scherza e ride volentieri con tutti, è un buon compagno di viaggio, Steve Ferrone. Ma non è un personaggio semplice da intervistare. Dopo avercela rimandata un paio di volte "on the spot" durante due meeting internazionali all'estero, Steve ci ha dato il suo numero di telefono, pregandolo addirittura di svegliarlo il giorno X alle sei del mattino (ora di L.A.): intendeva fare così questa nostra intervista... che strano ragazzone!

Steve Ferrone ha suonato con grandi artisti come Eric Clapton, Pat Metheny, George Benson e per lui è cosa naturale, ma ha lavorato anche con artisti del nostro Paese, Eros Ramazzotti, Claudio Baglioni ed altri. Lo ricordiamo anche nel progetto Spin 1-2 archiviato troppo presto...

Gira il mondo, suona ovunque, sa organizzare bene il suo mestiere, è richiesto e ben pagato. Non ha quel tocco che lo rende subito riconoscibile, ma sa cogliere al volo le esigenze ed i gusti di chiunque lo chiama in studio di registrazione e soprattutto sa essere preciso come un click-track. E non ...
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info intervista

Steve Ferrone
è facile!

{Ciao Steve, come prima domanda partiremmo da una delle tue collaborazioni con uno degli artisti di casa nostra: Eros Ramazzotti. Come era andata? Lo hai visto di recente?
E' stato ancora qui a Los Angeles lo scorso marzo.

Vi siete sentiti?
No, era qui per affari suoi.

Ti ha chiesto di suonare ancora con lui?
Sì, ma gli ho risposto di no.

Come mai? Non ti è piaciuto suonare con lui?
Lui va bene, ma è il modo in cui sono state trattate le persone che non mi è piaciuto. Ci vuole molto più spazio.

Cosa non ha funzionato?
Quando vado in tour dò il meglio di me stesso, ogni giorno, per quelle due tre ore sul palco, durante il concerto. Mi è sembrato invece che volessero la mia completa disponibilità 24 ore al giorno, non avevo tempo per me.

Il tour era troppo impegnativo?
No, era un problema di impegno, c'erano problemi di trasporto ed altre cose.

C'era uno spreco di tempo durante il giorno?
Di base sì. I giorni erano lunghissimi organizzati in quel modo. Durante il giorno di solito mi preparo per il concerto, rispetto le mie esigenze e i miei ritmi biologici.

Ti prepari spiritualmente o fisicamente?
Non precisamente, mi preparo durante tutta la giornata. E' una questione di feeling, di sensazioni accumulate durante le ore del giorno, una questione di relax, di emozioni che devono essere costruttive e piacevoli.

Intendi dire che se la giornata si è svolta positivamente e ti sei divertito, con grande probabilità suonerai meglio, perchè sei su di morale, giusto?
Ma certamente! Le cose che fai durante la giornata influiscono sul morale e fuoriescono inevitabilmente mentre suoni.

Sei il primo che ci dice questa cosa...
Molti batteristi scaldano i muscoli prima di montare sul palco, fanno esercizi sul practice pad in camerino. Io invece no, salgo senza fare alcun riscaldamento e vado via di brutto, senza problemi... se sono rilassato e sto bene perchè la giornata è stata positiva.

Il concerto diviene dunque il coronamento finale di questa giornata positiva...
Bravo! Sono rilassato e pronto per salire sul palco.

Sei proprio il tipico italiano gaudente. Il tuo nome è italiano, giusto?
Certo mio padre era africano e mia madre inglese.

E dov'è l'Italia?
E' una lunga storia. La scriverò nelle mie memorie. Tutto sar rivelato! (risate)

E allora parlaci dei tuoi strumenti...
Ho una batteria che porto sempre dal vivo: è una Pearl con tom Master Series. In realtà ne ho due, ma si tratta di una combinazione di tom assemblati secondo le esigenze dei lavori in cui mi trovo. Fanno parte della serie Z. La cassa ha uno spessore di strati superiore agli altri tamburi. Ho anche una vecchia batteria Pearl con fusti completamente in acero; è stata la prima prodotta, il prototipo della Master Series.

Vale un sacco di soldi, allora!
Speriamo, sono tamburi bellissimi e non voglio separarmene.

Diametri?
Non so bene. Solitamente mi prendo tutti i diametri in produzione, ma poi finisco per suonare sempre soltanto quattro tom per volta. Uso un 10", 12", 14" e 16". La cassa è 16"x24" e il rullante 6,5"x14" con fusto in metallo. Preferisco i rullanti col fusto in metallo rispetto a quelli di legno.

Piatti?
Sabian. Li ho tutti, tutti i modelli possibili e immaginabili.

Preferisci i piatti sottili o spessi?
Dipende dal brano che devo eseguire.

Usi il doppio pedale per la cassa?
No, non mi piace. E poi non mi chiedono mai di suonare con la doppia cassa in studio di registrazione.

So che stai lavorando ad un tuo progetto da solista.
Sì, ho scritto qualche brano... Ehi, non dimenticre: uso bacchette Pro-Mark!

Ok menzionerò anche questo su Drum Club. Sono bacchette Signature Model?
Sì, ne rompo parecchie, ma non è un problema. Almeno due o tre a concerto. Dove eravamo rimasti?

Al tuo progetto di solista...
Giusto. Il progetto è pronto per partire, ho già degli agganci con le case discografiche e non appena mi libero da tour ed incisioni, mi darò da fare. Sono contento di come le cose stanno andando.

Li hai scritti tu i brani?
Sì, ho scritto tutto io.

Chi suonerà con te in studio per questo tuo progetto?
Non vorrei entrare nei dettagli adesso, perchè non è del tutto confermato, ma so che Nathan East suonerà il basso. Siamo molto amici, abbiamo fatto parecchi concerti insieme con Eric Clapton in questi anni. Abbiamo scritto dei brani assieme a suo fratello che è un chitarrista. Poi ci sarà Dave Garfield al piano e la Horn Section di Phil Collins per ciò che riguarda i fiati.

La famosa Phoenix Section!
Sì, sono tutti bravissimi, i migliori musicisti che puoi trovare in America.

Cosa ricordi in particolar modo del tour con Eric Clapton?
Il grande cameratismo che c'era tra gli elementi della band. Gregg Phillinganes (il tastierista, nda), era davvero straordinario, fa delle battute esplosive: il buon umore non mancava davvero mai! (risate)

Conosco Gregg, è un personaggio davvero straordinario. Ma non mi sembra abbia suonato a lungo con voi nel gruppo di Clapton.
Ha suonato parecchio tempo, sebbene Eric abbia cambiato spesso la formazione. C'è stato anche Alan Crockman. E poi Chuck Rebel, sempre alle tastiere. Si sono alternati anche diversi chitarristi nel gruppo.

Vuoi dire che Eric è un tipo lunatico?
No, non proprio. Non decideva tutto lui in realtà. Posso dire che sono stato fortunato a suonare tanto tempo con lui. Per quanto riguarda Gregg Phillinganes, venne chiamato da Michael Jackson per registrare in studio e quindi dovette assentarsi per molto tempo. Anche Mark Knopfler aveva suonato nel gruppo per un certo periodo e poi anche un altro chitarrista: George Harrison!

Addirittura...
Molti sono passati in quel gruppo e su quel palco!

Qual'è il musicista più incredibile con il quale hai suonato?
Sono incredibili tutti. Se parliamo di chitarristi, ho suonato con Pat Metheny, con Eric Clapton e con George Benson. Sono tutti l'uno diverso dall'altro e tutte e tre fantastici.

Chi ti ha dato di più?
Dovrei chiedere al mio commercialista! (risate) Non so bene quanto guadagno sera per sera, so quanto ho in banca quando vado a prelevare i soldi per le mie necessità (risate).

C'è qualche altro artista italiano che ti ha chiesto di suonare?
Ho fatto un album con Laura Pausini.

Dove hai registrato con lei?
In Italia, vicino alla Ferrari.

Probabilmente allo studio Umbi di Maranello, Modena. Hai detto vicino alla Ferrari?
Sì, in quella zona. Un posto molto bello, in mezzo alla campagna, nei pressi di Modena. Ho anche registrato per Claudio Baglioni, Renato Zero, Ivana Spagna e poi di recente per un'artista spagnola che canta in italiano. Non riesco a ricordare il suo nome. Eravamo in uno studio di Milano.

Hai fatto anche televisione?
Sì, ho fatto un paio di televisioni a suo tempo in Italia. Bisognerebbe chiedere a Cerri quali erano: lui ha lavorato con me e dovrebbe ricordare dove e come. Adoro l'Italia.

Vuoi dire che adori gli spaghetti?
Anche. E' difficile scegliere cosa mangiare: a tavola c'è roba troppo buona! Ma non mi riferivo al cibo: adoro le donne italiane! (risate) Spero di tornare presto nel vostro bellissimo paese!



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